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Pagine Azzurre

L'uomo che fermò il tempo

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Azulea
view post Posted on 28/9/2005, 20:09




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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
Il tempo è il fiume che mi trasporta...
Ma io stesso sono fiume.


- Jorge Luis Borges -



DI OLIVER SACKS

Oliver Sacks illustra un raro quanto sensazionale difetto neurologico, per cui i pazienti vivono un reale fermo-immagine. Si arresta il flusso visivo, quello del movimento e del pensiero.

I nostri movimenti, le nostre azioni, sono differiti e diluiti nel tempo, come lo sono anche le nostre percezioni, i nostri pensieri, il contenuto della nostra coscienza. Ma il tempo nel quale viviamo, o al quale viviamo accanto, è continuo al pari del fiume di Borges? O non è forse esso più simile a una catena o ad un convoglio, a una successione di momenti distinti, quasi fossero perline su uno stesso filo?

Esiste un raro quanto sensazionale difetto neurologico che un numero di miei pazienti ha sperimentato durante alcuni attacchi di emicrania: essi possono arrivare a perdere il senso della continuità visiva, del movimento; vedono invece una tremolante serie di inquadrature fisse. Vedono dei fermo-immagine, che possono essere precisi e ben delineati, e susseguirsi l'uno dopo l'altro senza mai sovrapporsi o accavallarsi. Più spesso, però, sono sfuocati, come accade ad una pellicola fotografica esposta alla luce troppo a lungo, e permangono per così tanto tempo che ciascuno di essi è visibile anche quando già risulta visibile l'inquadratura successiva, così che tre o quattro di questi fermo-immagine arrivano ad accavallarsi l'uno sull'altro e i primi sono progressivamente più sfocati degli ultimi.

Parlai di questi strani effetti visivi nel mio libro del 1970, intitolato 'Emicrania'. Non avendovi trovato nella letteratura medica alcuna spiegazione soddisfacente, per descriverli utilizzai il termine "visione cinematografica", poiché i pazienti li avevano spesso comparati alla visione di una pellicola cinematografica troppo rallentata.

Non potei non chiedermi, allora, se la percezione visiva non potesse davvero essere simile alla cinematografia, non registrasse l'ambiente in brevi istantanee o fermo-immagine, per poi, in condizioni normali, fonderle tutte insieme per conferire alla coscienza visiva il suo movimento e la sua continuità usuali. Una fusione che non riusciva a verificarsi nelle abnormi condizioni dovute agli attacchi di emicrania.

Fermo-immagine di questo tipo possono essere percepiti anche nel caso di intossicazioni (specialmente con allucinogeni tipo Lsd). Io stesso ho sperimentato qualcosa del genere dopo aver bevuto un sakau, un allucinogeno diffuso in Micronesia. Descrissi alcuni di questi effetti in un diario e più tardi nel mio libro intitolato 'L'isola dei senza colore': «Petali fantasma si irraggiano da un fiore sul nostro tavolo, come se esso avesse intorno un'aureola; quando si muove lascia dietro di sé un lieve seguito, una sbavatura visiva. nella sua scia. Osservando una palma che ondeggia vedo una successione di fermo-immagine, come un film che giri troppo lentamente, senza che la sua continuità sia mantenuta».

Una volta fui chiamato d'emergenza perché una paziente, Hester Y., aveva iniziato a fare il bagno e la stanza da bagno si era allagata. La trovai del tutto immobile, in piedi, in mezzo alla stanza allagata. Quando la sfiorai sussultò e mi chiese: «Che cosa è successo?». Al che io replicai: «Me lo spieghi lei». Lei rispose di aver iniziato a far scorrere l'acqua per farsi un bagno. C'era soltanto qualche centimetro d'acqua nella vasca e poi. io l'avevo toccata e lei si era improvvisamente resa conto che la vasca doveva essere traboccata perché il bagno era allagato. Ad ogni modo lei era rimasta bloccata, immobile, ferma in quel singolo preciso istante nel quale la vasca conteneva soltanto qualche centimetro d'acqua. Simili blocchi dimostravano che lo stato di coscienza può essere arrestato, fermato per periodi anche lunghi, mentre le funzioni automatiche e inconsce - come la respirazione, per esempio - continuano come prima.
Ora la domanda è: questi meccanismi agiscono anche in condizioni normali?

Mi viene in mente un caso alquanto banale: ogni tanto, quando sono sdraiato a letto e fisso con lo sguardo le pale del ventilatore, all'improvviso capita che esse per qualche secondo invertano la loro direzione di rotazione, per poi tornare altrettanto improvvisamente al loro usuale movimento rotatorio. Talvolta il ventilatore pare oscillare o arrestarsi, mentre altre volte pare che esso sviluppi delle pale in più o bande scure più larghe delle pale stesse. Tutto ciò è simile a quanto accade quando in un film, per esempio, le ruote di una diligenza paiono talora girare lentamente all'indietro o muoversi appena. Questa cosiddetta "illusione delle ruote della diligenza" riflette una mancanza di sincronizzazione tra la velocità della pellicola e quella delle ruote che girano. Ma è mai possibile che io abbia un'illusione delle ruote della diligenza nella vita reale quando osservo il mio ventilatore nel sole mattutino che invade la mia camera da letto? Esiste allora un qualche tipo di mancanza di sincronizzazione nei miei meccanismi individuali di percezione, simili - ancora una volta - all'azione di una cinepresa?

Dale Purves con i suoi colleghi della Duke University ha analizzato il fenomeno dell'illusione delle ruote della diligenza nei dettagli e ha confermato che questo tipo di illusione o di percezione sbagliata è universale tra tutti i suoi pazienti. Avendo escluso qualsiasi altra causa di discontinuità, egli è giunto alla conclusione che il sistema della vista processa le informazioni in episodi sequenziali, ad un ritmo che varia da tre a venti episodi al secondo. Ma non basta: noi non calcoliamo il movimento così come potrebbe fare un automa. Noi lo percepiamo. Noi percepiamo il movimento proprio come percepiamo il colore o la profondità, come un'esperienza qualitativamente unica, cruciale e determinante per la nostra consapevolezza e coscienza visiva.

Affinché un certo movimento sia percepito dalla coscienza, occorre che l'accensione dei neuroni preposti a registrare questo movimento superi una certa soglia di intensità; ecco che allora entra in gioco la consapevolezza, un fenomeno di soglia. Perché ciò accada questo gruppo di neuroni deve impegnare altre parti del cervello ed allearsi con milioni di altri neuroni per formare una coalizione. Queste coalizioni neuronali in diverse parti del cervello comunicano tra loro in un'interazione continua e vicendevole. Perché un fenomeno diventi cosciente l'attività di una coalizione, o di una coalizione di coalizioni, non deve soltanto superare la soglia di intensità necessaria, ma deve anche durare nel tempo, all'incirca per un centinaio di millisecondi. Questa è la durata del 'momento percettivo'.

Un continuo e dinamico flusso di coscienza permette, ad un livello primario, una visione attiva e, a un livello superiore, l'interazione di percezione e memoria, di presente e passato. Secondo alcuni, questa coscienza primaria è stata molto efficace nella lotta evolutiva per la sopravvivenza. Poi, da questa semplice coscienza primaria, grazie al linguaggio, all'autocoscienza e al senso esplicito del tempo, passato e futuro, ha avuto origine la coscienza umana e individuale.

In conclusione, arriviamo a concordare con l'immagine di Proust, essa stessa vagamente reminescente della fotografia, secondo cui noi siamo fatti di una 'miscellanea di momenti', anche se questi scorrono l'uno nell'altro come uno dei fiumi di Borges.



Copyright Dr. Oliver Sacks - 'L'espresso', traduzione di Anna Bissanti
Rid. di un articolo tratto da:
http://www.espressonline.it


Edited by Azulea - 28/9/2005, 21:13
 
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