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Pagine Azzurre

Che libro state leggendo?, Impressioni e consigli sulle letture del momento

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view post Posted on 7/6/2015, 13:29
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Ho finito proprio stamattina il libro di Boyd al quale accenno nel post precedente, "Ogni cuore umano", questo:

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Cinquecentonovanta pagine non sempre di fluidissima lettura, devo ammettere. La trama è globalmente piacevole e impeccabile, ma sembra che la storia - soprattutto nella seconda parte - si trascini e risenta di qualche forzatura. Soprattutto quando il protagonista (che, come dicevo sopra, racconta in prima persona ed in forma di diario) la storia della propria vita: dalla prima adolescenza (inizia il diario all'età di 16 anni) fino alla morte, a 85 anni.

Protagonista del racconto è un inglese-uruguayano (da parte di madre) di buona famiglia, Logan Gonzago Mountstuart, che dopo una laurea ad Oxford si "lancia" - letteralmente - nella vita senza farsi mancare nulla. Così, in un arco temporale che attraversa quasi tutto il Novecento, lo vediamo indossare via via i panni dello scrittore di successo, della spia in giro per il mondo, del giornalista corrispondente di guerra (la guerra civile spagnola), del mercante e critico d'arte (a New York), dell'intellettuale che frequenta scrittori di fama (Ernest Hemingway, Ian Fleming, Virginia Woolf, James Joyce e tanti altri) e di pittori altrettanto celebri (Picasso, Mirò, Pollock, e via elencando) tra Londra e Parigi, del professore universitario in Nigeria e di nuovo della spia, a settant'anni suonati, in Germania.

Il "diario intimo" di Logan Mountstuart presenta delle debolezze perché tocca troppi generi diversi senza rimanere fedele a nessuno; in tal modo, finisce per perdere in parte la propria coesione d'insieme. E' come se Boyd fosse stato consapevole di questi limiti e della difficoltà di scrivere un libro come questo, perché ai tempi dell'uscita di "Ogni cuore umano" (2004), ebbe a dire: «La vera difficoltà dello scrivere un diario immaginario è la cura che richiede una scrittura non curata». Ma non è solo questo, è proprio il racconto delle vicende del protagonista a risentire di questa difficoltà dell'autore, il quale - nelle lungaggini a volte eccessive del racconto in forma di diario - a tratti sembra smarrirsi e perdere il senso della realtà... sia pure quella fittizia del romanzo.

Edited by Monnalisa - 18/4/2024, 17:33
 
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view post Posted on 8/10/2015, 17:17
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A parte l'ennesimo romanzo dell'amato William Boyd, letto (anzi, assaporato) in estate e del quale parlerò più avanti, un altro libro terminato di recente e che pure mi è piaciuto assai è stato un romanzo di Simenon, "Il pensionante", pubblicato da Adelphi a gennaio di quest'anno:

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Georges Simenon, Il pensionante

Traduzione di Laura Frausin Guarino
Biblioteca Adelphi 2015
2ª ediz., pp. 167
€ 18,00

La trama del romanzo - anzi, di qualsiasi romanzo di Simenon - è abbastanza secondaria, perché questo scrittore lo si ama a prescindere: riesce a tratteggiare ambienti, personaggi, caratteri come nessuno... e sa tenerti inchiodato fino all'ultima pagina pur raccontandoti una storia che non è niente di che. Come questa.

Élie Nagéar è un giovane turco di famiglia benestante che una notte qualunque getta via la sua vita macchiandosi di un assurdo delitto sul treno Bruxelles-Parigi. Uccide un facoltoso commerciante olandese, che divide il suo stesso scompartimento e ha il portafogli ben rigonfio di denaro. Naturalmente gli ruba i soldi, ma non perché ne abbia grande bisogno. La sera prima, Élie aveva incontrato l'olandese in un night club e l'aveva visto offrire champagne e fare il cascamorto con un'entraîneuse, Sylvie. E questo non gli era piaciuto perché Sylvie, dopotutto, è la sua donna! Ma per uccidere ci vuole un pretesto... e i soldi lo sono sempre.

Dopo aver fracassato il cranio con una chiave inglese all'olandese addormentato nello scompartimento, Élie torna in treno a Parigi e racconta tutto a Sylvie, che prende in mano la situazione e decid di farlo nascondere a Charleroi, dove i suoi genitori -per arrotondare (dato che il padre di Sylvie è ferroviere) - gestiscono una pensione per studenti squattrinati. E qui, in questa misera casetta con le tende bianche e i mattoni anneriti dalla polvere di carbone, Élie trova un rifugio caldo e protettivo da cui non vorrebbe uscire più.

Indimenticabile il personaggio dell'affittacamere, madame Baron, madre di Sylvie e di un'altra figlia più piccola che l'aiuta nella pensione, Antoinette. La signora Baron, sempre indaffarata e operosa, ascolta rapita i racconti di Élie che parla di Istanbul e della sua famiglia che vive là. La signora Baron pian piano si affeziona al pensionante come ad un figlio e lo cura con affettuosa premura... anche se questi sentimenti non sono condivisi dagli altri pensionanti, dal marito ferroviere e soprattutto dalla figlia Antoinette, che ben prima della madre comprende che è proprio Élie il feroce assassinio di cui parlano tutti i giornali. Anche Élie legge i giornali (che Antoinette non manca mai di mettergli sotto il naso), ma si comporta come se quel ricercato non fosse lui, come se quell'efferato omicidio non fosse opera sua. E nella pensione di madame Baron trova la tranquillità e la quiete che gli mancavano, riuscendo ad accantonare angosce e sensi di colpa.

Ma la giustizia non perdona. Le banconote rubate all'olandese erano segnate e la polizia, pian piano, arriva prima a Sylvie e infine a lui: in una livida mattina d'inverno, va infine a prelevarlo a Charleroi. Tuttavia, pur di fronte alla feroce evidenza, la signora Baron non lo abbandonerà: come una buona madre, gli sarà fedele sino alla fine. Racconto bellissimo, indimenticabile, con un finale struggente!

Da questo romanzo (Le locataire, nell'edizione francese), scritto fra l'estate del 1932 e l'autunno del 1933, sono state tratte tre versioni cinematografiche. Il primo film, Dernier refuge (uscito nel 1941, in piena guerra, per la regia di Jacques Constant), fu proiettato poche volte perché il negativo della pellicola andò distrutta durante un bombardamento. Nel 1947 il film venne riproposto con lo stesso titolo dal regista Marc Maurette con esiti non esattamente memorabili. Infine, la versione del 1982 (L'Étoile du Nord, per la regia di Pierre Granier-Deferre) è quella giusta. I due protagonisti, Simone Signoret e Philippe Noiret, ne fanno un film memorabile... soprattutto lei, un'intensa madame Baron-Simone Signoret, nel suo ultimo film, girato tre anni prima della morte.

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Edited by Monnalisa - 5/4/2024, 22:32
 
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view post Posted on 5/4/2024, 21:30
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Dopo la lettura di due libri di Simona Lo Iacono, "Virdimura" e "Le streghe di Lenzevacche", ho deciso di prendermi una pausa e sono passata a tutt'altro genere. Ora sto leggendo il libro di un autore francese, questo:

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"Ninfee nere", di Michel Bussi - Edizioni e/o) è un giallo ambientato a Giverny, in Normandia, il borgo dove visse e lavorò Monet. Proprio la vita e l'opera del grande pittore sono al centro della vicenda del romanzo, che inizia con la morte di un ricco collezionista d'arte, su cui dovrà indagare l'ispettore Sérénac. L'ho scelto proprio perché amo la pittura, senza conoscere nulla di questo autore, che non mi ha affatto deluso. Ma ecco la sinossi...

A Giverny, in Normandia, il piccolo villaggio dove ha vissuto e dipinto i suoi più famosi capolavori il grande pittore impressionista Claude Monet, una serie di omicidi rompe la calma della località turistica. La vicenda inizia con l'omicidio di Jérôme Morval, un uomo ricco e appassionato tanto d'arte quanto di donne, che viene trovato morto, pugnalato, in un ruscello. In tasca ha una cartolina di un famoso quadro: le "Ninfee Nere", che Monet avrebbe dipinto prima di morire.
L’indagine del giovane e affascinante ispettore Sérénac, che gira con moto e giubbotto di pelle, ci conduce a contatto con tre donne. La prima, Fanette, ha 11 anni ed è appassionata di pittura. La seconda, Stéphanie, è la seducente maestra del villaggio, mentre la terza è una vecchia acida che spia i segreti dei suoi concittadini da una torre. Tutte e tre condividono un segreto e una di loro è l'omicida.
Al centro della storia, la passione devastante attorno alla quale girano le tele rubate o perse di Monet. Rubate o perse, come le illusioni quando passato e presente si confondono e giovinezza e morte sfidano il tempo. Durante l'indagine sfumano i confini tra realtà e illusione e, soprattutto, tra passato e presente. Il piccolo borgo di Givenry finisce per rivelarsi una sorta di microcosmo appiccicoso, infido, da cui nessuno può uscire senza perdere qualcosa. L'intreccio è costruito in modo magistrale e la fine è sorprendente, totalmente imprevedibile. Ogni personaggio è un vero enigma.

Il libro, uscito in Italia nel 2016, è piuttosto lunghetto per essere un giallo (400 pagine), ma si legge che è una meraviglia. Infatti, alla sua uscita in Francia (nel 2011) ha avuto un successo enorme ed è stato tradotto in ben 30 lingue, ha vinto un sacco di premi e dal libro è stata tratta una graphic novel. Anche il suo autore, quanto a notorietà, non scherza: Michel Bussi è uno degli scrittori francesi di gialli più venduti oltralpe. I suoi libri hanno scalato le classifiche mondiali, tra cui anche quella del quotidiano inglese The Times. Le sue trame sono congegni diabolici in cui il lettore è invitato a perdersi e ritrovarsi tra miraggi, prospettive ingannevoli e giochi di prestigio.

Michel Bussi. Nato a Louviers, nell'Alta Normandia (dove ha ambientato molti dei suoi libri), è il secondo giallista francese quanto a copie vendute. Insegnante di geografia politica all'Università di Rouen, è anche direttore del Centre national de la recherche scientifique. A partire dal suo esordio nella narrativa, nel 2006, ha scritto una ventina di romanzi tra gialli e polizieschi, quasi tutti tradotti in italiano; tra questi: Usciti di Senna (2008), La Follia Mazzarino (2009), Ninfee nere (2011), Un aereo senza di lei (2012), Non lasciare la mia mano (2013), Mai dimenticare (2014), La doppia madre (2015), Tempo assassino (2016), Il quaderno rosso (2017), Forse ho sognato troppo (2019), La mia bottiglia per l'oceano (2020), La caduta del sole di ferro (2020), I due castelli (2021), Nulla ti cancella (2021), Tutto ciò che è sulla Terra morirà (2021), Tre vite una settimana (2023).

Edited by Monnalisa - 6/4/2024, 14:04
 
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