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Pagine Azzurre

I nostri antenati, Riflessioni sull'uomo-scimmia

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Azulea
view post Posted on 11/5/2005, 22:54




PALEOANTROPOLOGIA

Parla il paleoantropologo Donald Johanson,
scopritore del famoso ominide, a Roma per un convegno


Lucy, i bipedi e i nostri antenati
Ecco i segreti dell'evoluzione


di CLAUDIA DI GIORGIO


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http://www.bbc.co.uk/


ROMA - "Non dobbiamo avere l'arroganza di pensare che essere l'unica specie umana sopravvissuta ci dia carta bianca per fare ciò che vogliamo del pianeta. Noi siamo figli di un caso e non il vertice dell'evoluzione". Nel 1974, Donald Johanson - ora direttore dell'Institute of Human Origins all'università dell'Arizona - divenne noto in tutto il mondo con la scoperta di Lucy, lo scheletro di un ominide vissuto in Africa 3.2 milioni di anni fa che rivoluzionò il modo di guardare alle nostre origini. A Roma per il convegno internazionale sull'evoluzione umana che si apre oggi all'università La Sapienza, nel decennale del ritrovamento del cosiddetto "Uomo di Ceprano", Johanson commenta le più recenti scoperte paleoantropologiche.

È di pochi giorni fa la notizia della scoperta di un bipede più antico di Lucy, forse un suo antenato.
"La cosa principale non è che sia il più antico, ma ciò che può dirci sulla sequenza di eventi che ha portato al nuovo modo di camminare: una delle cose che abbiamo imparato da Lucy è che non si passa di colpo dai quadrupedi ai bipedi. Inoltre, ci permetterà di verificare se tra 4 e 3 milioni di anni, un periodo povero di reperti, l'evoluzione è stata in una linea diretta che va fino a Lucy".

E l'uomo di Flores, vissuto appena 17mila anni fa, ma con un cervello piccolo come Lucy?
"Ci ricorda che non eravamo soli. Siamo una specie così arrogante, convinta di essere il vertice dell'evoluzione, ed ecco che la presenza di un'altra specie ancora all'inizio del neolitico ci mostra che c'erano delle alternative!"

Arroganti ma anche curiosi. I ritrovamenti in Georgia, a Ceprano e in Spagna dimostrano che il genere Homo ha cominciato a uscire dall'Africa già due milioni di anni fa.
"L'esodo è avvenuto prima che vi fossero utensili sofisticati e si sviluppasse un grande cervello, il che significa che gli esseri umani sono come gli altri primati, e cioè molto curiosi. Abbiamo cominciato a esplorare appena ne abbiamo avuto l'opportunità".

Cosa ci dicono queste scoperte su noi stessi e sulle nostre origini?
"Che dobbiamo applicare i principi di Darwin anche alla nostra evoluzione. Spesso si parla dell'evoluzione come se avesse un obiettivo finale, che saremmo poi noi. Ma se fossimo degli scarafaggi, diremmo che l'obiettivo finale dell'evoluzione era fare lo scarafaggio perfetto? L'evoluzione non ha idea di dove sta andando!"

Quindi l'umanità non si è evoluta "verso il meglio"?
"Non c'è dubbio che oggi sul pianeta non ci sono altre specie che fanno ciò che facciamo noi; la cultura ci rende avanzati. Ma se prendiamo come metro qualcos'altro, per esempio il tempo, noi umani moderni siamo in giro da 100mila anni, mentre altri organismi esistono da milioni e persino miliardi di anni. Sono migliori perché sono più antichi?"

Lucy è il fossile più famoso del mondo: non le dà mai fastidio essere ancora il suo papà?
"Affatto. Abbiamo passato insieme trent'anni, che è più di quanto capiti a tante coppie: oltre a portare grandi progressi scientifici, Lucy è un ponte tra la scienza e la gente comune".


(16 marzo 2005)
http://www.repubblica.it/
 
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kenubaal
view post Posted on 30/9/2005, 22:36




DIMENTICARE DARWIN


I risultati dello studio condotto dal professor Calogero Spirofocas che ha praticamente destituito da ogni fondamento la teoria dell’evoluzione, hanno provocato una grandissima reazione nell’intera comunità scientifica internazionale ed ha costretto il mondo accademico a rivedere sia le metodologie che i contenuti della didattica e della ricerca. Abbiamo ottenuto dal luminare questa intervista esclusiva.

Sappiamo, Professore, che Lei è sempre stato piuttosto scettico riguardo la teoria dell’evoluzione
Si, fin da bambino trovavo disgustosa l’idea che noi potessimo derivare dalle scimmie, inoltre i miei compagni di giochi avevano l’odiosa abitudine di chiamarmi “Magilla Gorilla” e questo mi ha segnato profondamente.

In realtà gli evoluzionisti non dicono che noi deriviamo dalle scimmie, bensì che abbiamo antenati in comune.
Assolutamente sbagliato: io stesso ho condotto una ricerca araldica su un campione di cento uomini e di cento bertucce e le posso assicurare che gli antenati di entrambi i gruppi appartengono a tutti gli effetti alla specie che da loro è seguita. Inoltre c’è un’evidenza che proprio per la sua semplicità nessuno è mai riuscito a cogliere: se avessimo antenati comuni, dovrebbe esistere una seppur minima traccia di essi nei cognomi. Lei ha mai sentito di una scimmia che si chiamasse Rossi? O Von Braun, o De Fonsac, o Smith…?

In sintesi, lei nega che possano manifestarsi processi evolutivi attraverso mutazioni dei caratteri di una specie?
Lo nego con decisione. Ho osservato per vent’anni una popolazione di rospi setolosi del Burkina Fasu e non ho potuto apprezzare nessun segno di evoluzione; solo una volta ebbi un dubbio, quando ad un rospo spuntò la coda, ma poi mi accorsi che era accaduto perché gli avevo dato da mangiare per sbaglio un hamburger del Mc Donalds.

Quindi Lei esclude qualsiasi modello evolutivo, compreso quello proposto da Jean-Babtiste de Lamark?
Con assoluta certezza. Le galline, ad esempio, sono state create il 14 giugno del 53.687 a.C. La prima gallina depose 28 uova e da quelle ebbe origine la specie. Questo inoltre risolve una volta per tutte il dubbio se sia nato prima l’uovo o la gallina.

Gli evoluzionisti, a sostegno della loro teoria, fanno spesso riferimento a specie che hanno mutato la loro biologia, come ad esempio i delfini i quali sono tornati al mare.
Cosa?

Ehm… i delfini sono mammiferi, però vivono in mare.
Ma non dica stupidaggini! I delfini stanno sott’acqua e hanno le pinne, quindi sono pesci. Non si lasci sedurre dalle assurdità di questi avventurieri della pseudoscienza: per dare credito alle loro tesi sarebbero capaci di farle credere che il suo cane è un pesce, o che il suo gatto è un uccello.

Tornando al genere umano, come giudica i risultati ottenuti dalla paleoantropologia?
Minchiate. Per quel che riguarda le scimmie australopitecine la risposta è elementare: si tratta di un gruppo di animali comparsi e poi scomparsi dalla Terra come tanti altri; non vedo proprio cosa essi abbiano a che fare con il genere umano. Quanto alle sedicenti specie umane, ovvero Homo abilis, Homo erectus, Homo sapiens neanderthalensis, siamo di fronte ad una colossale ( e a mio parere colpevole) ingenuità: i pochi resti rinvenuti mostrano alcune differenze rispetto all’Homo sapiens sapiens semplicemente perché trattasi di reperti appartenuti a uomini brutti, tutto qui. Si immagini se tra cinque o seimila anni qualcuno troverà i resti di Pippo Baudo o di Nicola Arigliano: pensa che ne trarrà teorie strampalate sull’evoluzione?

Come spiega, Professore, il grande consenso ottenuto dalla teoria dell’evoluzione nonostante le evidenti carenze e lacune da Lei evidenziate?
Gli ultimi due secoli hanno visto il trionfo del materialismo il quale ha opacizzato la capacità analitica degli uomini di scienza spingendoli non solo a violare l’ordine naturale delle cose attraverso un uso dissennato di nobili scienze quali la medicina (non si scordi a quali sventure andò incontro il dottor Victor Frankenstein), ma addirittura ad inventarsi nuove discipline finalizzate ad annichilire Dio, la Natura, la Realtà… come appunto l’evoluzionismo, ma anche la psicanalisi, l’antropologia strutturale, il materialismo storico. Devo dire che questa perversità etico-scientifica ha inquinato anche il senso morale degli uomini; basti pensare ai decadenti costumi del nostro tempo: libertinaggio, promiscuità sessuale, pacifismo, negri che entrano in locali di bianchi, donne che indossano i pantaloni, persone che si permettono di criticare il presidente del consiglio, persone che non guardano San Remo, cani che abbaiano ai postini… e potrei continuare fino a domani.

Pensa che le sue teorie porteranno cambiamenti concreti?
Sicuramente Darwin sarà posto nel dimenticatoio. Auspico inoltre che vengano riviste tutte le metodologie didattiche e riscritti tutti i testi scolastici. E’ indispensabile, al fine di rendere credibile il nostro cammino verso la civiltà, che ogni traccia di ateismo e di materialismo venga cancellata dalla nostra cultura, anche con metodi energici. La prego di non fraintendermi, non invoco il ritorno dell’inquisizione, sa bene che sono contrario a certi eccessi, ma è davvero necessario che vengano introdotti nel nostro ordinamento severi provvedimenti penali nei confronti di chiunque insegni o divulghi teorie di questo tipo. Inoltre ho proposto la costituzione di un comitato etico che controlli e censuri ogni attività di ricerca e di didattica afferente sia a discipline scientifiche che a discipline umanistiche.

Ringraziamo il Professor Calogero Spirofocas per la sua disponibilità e per la sua preziosa testimonianza.

Edited by Monnalisa - 1/10/2005, 00:31
 
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